“La bellezza è il primo bene dell’uomo e, quando l’uomo
perde la dimensione del bello, ogni civiltà è in pericolo”
(Antonio Meneghetti)

L’ASSOCIAZIONE
Costituita nel 1984, prima con il nome Associazione Internazionale di OntoArte® e poi come Associazione Scuola Internazionale di OntoArte, da quasi trentacinque anni promuove nel mondo appuntamenti culturali e formativi, mostre, concerti, cicli di conferenze, residence specialistici per artisti, architetti, altri operatori di settore.
Le aree operative dell'ASIO spaziano dall'ambito musicale a quello delle arti figurative, passando per le più diverse discipline e tecniche ed utilizzando i più diversi materiali: la fotografia, la regia e la scenografia, la scrittura, l'arte della cucina, il design d'interni e d'esterni, l'architettura, il restauro, la musica. L’Associazione ha un’attenzione particolare per l’aspetto filosofico e pedagogico dell’Arte e per il concetto di creatività. Ha come scopo “il ripristino dell'Arte in tutte le sue manifestazioni, quali funzioni dell’essere, per la sanità e il prestigio dell'uomo” (Statuto, art.2).
LE ORIGINI

GLI SCOPI
Gli stili artistici e i modi espressivi dell’arte sono molteplici e per apprenderli esistono apposite scuole o accademie, con proprie specificità tecniche e didattiche. L’OntoArte® non si identifica con particolari stili, modi espressivi o tecniche. Suo esclusivo campo di azione è l’insegnamento della tecnica interiore attraverso la quale autenticare ed esaltare qualsiasi stile o espressione artistica di affermazione e rinforzo di ciò che è secondo l’ordine di natura. Una volta immesso quest’ordine psichico, l’artista creerà - in modi irripetibili - l’originale dell’arte. Egli esprimerà l’infinito, l’emozione, il colore, secondo la sua variante di buon gusto.
I NUOVI ARTISTI DEL FUTURO
I giovani sono la vera ricchezza della società. “Importante è far evolvere i creativi, favorendone la virtualità. È di loro che ha bisogno l'umanità, oggi e in futuro, più di ogni altra cosa” (Antonio Meneghetti).
L’educazione al bello e alla creatività sono molto più importanti di quanto oggi si sia portati a pensare, per lo sviluppo positivo della persona e per l’evoluzione armonica della sua identità. Definire ed esprimere cosa sia la creatività è l’eterno problema che coinvolge la passione di qualsiasi serio critico ed artista. Che cosa è la creatività, come nasce, come si riconosce: ecco l’epicentro di questa Scuola, che ha una prima fase teorica ed un secondo momento di apertura pratica.

L’INDIVIDUAZIONE DEL CREATIVO
Prima di tutto egli ha una estrema capacità di tolleranza, per cui apprende le regole evitando lo scontro, convive gli schemi ma non li finalizza. Secondo aspetto, ha bisogno - per dare ordine al suo temperamento - di qualcuno che lo individui, altrimenti da solo non ce la fa. Deve essere una persona che eccelle nella media e che il giovane creativo stima.
Il creativo tollera tutto, ma ha un’esigenza di oltre che non sa specificare.
Come troverà la sua strada?
Il creativo ha bisogno di farsi, di sperimentarsi, non ha bisogno di gratificazioni, perché ha la necessità di divenire, di concretizzare l’azione che virtualmente è. Egli deve dare fisionomia, identità storica a quel potenziale che gli è inerente.
Alla fine, da solo troverà la strada. Il maestro è soltanto colui che lo aiuta di nascosto, ma non deve apparire mentre lo aiuta, perché il creativo è un capo. Cosa significa “capo”? È una persona che deve essere di più, perché dovrà dare di più, dovrà servire di più.
Egli sa, nell’intimo di sé, che il merito non è suo: lui è un servizio, è una funzione. Quindi bisogna consentire al creativo altre letture, altri spazi, altri hobbies, altri momenti: offrirgli “casualmente” continue alternative dopo compimenti riusciti.
Quale rapporto con il maestro?
Il giovane creativo deve sapere che c’è un grande vicino a lui, gli basta questo. Non sarà mai lo stesso adulto, gli adulti cambiano durante la crescita. All’inizio potrà essere la figura del parroco, un'altra volta potrà essere un maresciallo, poi un artigiano, un saggio, etc. L’essere non ha mai la stessa strada, ne ha tante.
Se analizziamo l’infanzia dei grandi, nessuno è partito sicuro da piccolo, ma la loro grandezza si è scoperta in una strada non prevista dall’infanzia.
Non usare le forzature degli stereotipi
Finché è giovane, il creativo va lasciato vivere nella tolleranza dell’ambiente. L’importante è che assolva tutte le regole, in modo medio, ma tutte. Poi bisogna studiarlo attentamente quando dice le bugie, quando fa le sue evasioni, il tipo di amicizia, il modo dei giochi, perché il potenziale creativo ha un comportamento atipico. Il creativo sceglie i suoi giochi, se li crea, non usa mai quello che gli viene dato: lo guarda e passa oltre.
È importante che lasciamo evolvere dei creativi, perché ne basta uno su diecimila, per risolvere i problemi di tutti. È indifferente se saranno politici o musicisti ma, con un creativo ogni diecimila individui, abbiamo risolto tutti i problemi del pianeta. È di questi che l’umanità ha bisogno oggi, di questi semi ai quali deve essere consentita ed aiutata la virtualità.